“Il vero cristiano è sempre pronto a comparire davanti a Dio. Perché in ogni momento – se si sforza di vivere da uomo di Cristo – è pronto a compiere il suo dovere» (San Josemaría Escrivá – Solco, 875).
Hai mai sentito parlare dei Novissimi? I Nuovissimi sono le cose che accadranno alla fine della vita umana, cioè: la morte, il giudizio finale e il destino eterno.
Questo è un tema che la Chiesa cattolica medita da sempre, soprattutto a novembre. Purtroppo, nel mondo moderno è un argomento che è stato dimenticato e messo da parte da molti cristiani.
Questo è successo per due motivi:
- La nostra società è sempre più atea e materialista, interessandosi solo a ciò che riguarda l’immanente (proprio all’uomo) e dimenticando le realtà trascendenti (proprie di Dio).
- La seconda ragione è la mancanza di conoscenza dell’argomento. Parlare di morte oggi è un argomento delicato e molti addirittura dicono: “Dio mi liberi da questo tema della morte”. Ma la morte fa parte della vita, moriremo tutti un giorno e non dobbiamo affrontarla in modo triste e morboso.
La morte non è la fine, la morte è il nostro ricongiungimento con il Padre, come ci dice la Lettera ai Filippesi: « Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno» (Fl 1,21).
Per questo vogliamo invitarti, in questo mese di novembre, a meditare sui Nuovissimi, tema che oggi affrontiamo.
Cosa ci insegna la Chiesa sulla morte e sui Nuovissimi?
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, nei paragrafi 1021 e 1022, afferma:
“La morte pone fine alla vita dell’uomo come tempo aperto all’accoglienza o al rifiuto della grazia divina apparsa in Cristo. […]
Ogni uomo fin dal momento della sua morte riceve nella sua anima immortale la retribuzione eterna, in un giudizio particolare che mette la sua vita in rapporto a Cristo, per cui o passerà attraverso una purificazione, o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo, oppure si dannerà immediatamente per sempre”.
Cioè, alla fine della vita terrena ci si presenta davanti al Signore, ed Egli ci esaminerà. Egli, che ci conosce meglio di noi stessi, osservando la nostra vita, ci giudicherà secondo il nostro amore e qui ci sono tre possibilità:
Purgatorio
Secondo il Catechismo ai paragrafi 1030-1032, coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma non completamente purificati, benché certi della loro salvezza eterna, subiscono dopo la morte una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nel gioia del Cielo.
Il Purgatorio è completamente diverso dall’Inferno. In Purgatorio siamo salvi, nell’Inferno condannati; in Purgatorio siamo temporaneamente privati della presenza di Dio per riparare alle nostre colpe; nell’Inferno siamo per sempre privati del Sommo Bene.
Noi che siamo ancora in vita dobbiamo pregare per le anime del Purgatorio, per alleviare il loro dolore e perché incontrino Dio. Anche indulgenze ed elemosine possono essere offerte per queste anime.
Per le anime dell’Inferno nessuna buona opera o preghiera può aiutarle, perché sono già condannate per sempre.
San Josemaría Escrivá diceva che il Purgatorio è un atto di misericordia di Dio per salvarci e accoglierci alla sua maestosa presenza.
Paradiso
I Santi, amici di Dio, vanno in paradiso per godere delle gioie del Paradiso. Il Catechismo ci spiega:
“Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio e sono perfettamente purificati vanno in paradiso. Vivono in Dio, Lo vedono così com’è. Sono sempre con Cristo. Sono per sempre simili a Dio, godono della sua felicità, della sua bontà, della verità e della bellezza di Dio” (CCC 1023-1026).
Inferno
Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale senza pentirsi scendono subito dopo la morte all’inferno, dove soffrono le pene dell’inferno, “il fuoco eterno”. La principale pena dell’inferno è la separazione eterna da Dio.
Cosa accadrà negli ultimi giorni?
Non sappiamo né il giorno né l’ora, ma sappiamo che Egli verrà. Gesù ha promesso che tornerà e per questo dobbiamo essere pronti, questo è il significato dei Novissimi.
Le Sacre Scritture ci dicono che verrà alla fine dei tempi per giudicare e separare i giusti dai peccatori.
Alla Sua prima discesa sulla terra è venuto come Vittima e Agnello per perdonarci. Nella seconda, verrà come Padre e Giudice per giudicarci.
« Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna». (Gv 5, 28-29)
Sul tema, il Catechismo ci insegna:
“Il messaggio del giudizio finale chiama alla conversione fin tanto che Dio dona agli uomini « il momento favorevole, il giorno della salvezza » (2 Cor 6,2). Ispira il santo timor di Dio. Impegna per la giustizia del regno di Dio. Annunzia la « beata speranza » (Tt 2,13) del ritorno del Signore il quale « verrà per essere glorificato nei suoi santi ed essere riconosciuto mirabile in tutti quelli che avranno creduto » (2 Ts 1,10)” (Catechismo della Chiesa Cattolica 1038-1041).
E dice anche della gioia che dovremmo avere quando pensiamo alla fine, dove Cristo verrà come Re dell’Universo e porterà un Nuovo Cielo e una Nuova Terra, dove non ci sarà più dolore o sofferenza:
“Ignoriamo il tempo in cui avranno fine la terra e l’umanità e non sappiamo in che modo sarà trasformato l’universo. Passa certamente l’aspetto di questo mondo, deformato dal peccato. Sappiamo però dalla Rivelazione che Dio prepara una nuova abitazione e una terra nuova, in cui abita la giustizia, e la cui felicità sazierà sovrabbondantemente tutti i desideri di pace che salgono nel cuore degli uomini.” (Gaudium Et Spes 39).
Quale dovrebbe essere il nostro atteggiamento verso la morte?
Il nostro atteggiamento verso la morte deve essere quello dei cristiani. Certo, soffriamo quando qualcuno che amiamo ci lascia, è perché l’amore ci lascia tristi, ma il nostro atteggiamento deve essere di serenità.
Di fronte alla morte, noi e i nostri cari abbiamo l’inizio di una gioia senza fine, la gioia di tornare alla casa del Padre, di incontrarci con il sommmo Amore. San Josemaría Escrivá, santo dei nostri tempi, diceva:
“Di fronte alla morte, sereno! — Ti voglio così. — Non con lo stoicismo freddo del pagano; ma con il fervore del figlio di Dio, il quale sa che la vita è trasformata, non tolta. — Morire?… Vivere!” (Solco, 876).
“Quando pensi alla morte, nonostante i tuoi peccati, non aver paura… Perché Lui sa già che lo ami…, e di che pasta sei fatto. Se tu lo cerchi, ti accoglierà come il padre accolse il figliol prodigo: ma devi cercarlo!”. (Solco, 880).
Nonostante i nostri peccati e le nostre colpe, Dio ci ama e vuole che siamo salvati, ma noi dobbiamo meditare sui Novissimi con la speranza di una vita nuova, la speranza dell’Eternità.
E così, cerchiamo di fare di questa vita il meglio che possiamo, sapendo che la misericordia di Dio è infinita e sapendo che con la Sua grazia possiamo essere degni di entrare tra coloro che Egli ha chiamato amici.
Santa Messa per
l’approvazione definitiva
degli Statuti
Messa di ringraziamento per l’approvazione definitiva degli Statuti
“Concedo l’approvazione definitiva alle Costituzioni e a questo Statuto Canonico dell’Associazione Privata di Fedeli Alleanza di Misericordia” (Decreto di Approvazione Definitiva – Cardinale Odilo Pedro Scherer).
Con il cuore pieno di gratitudine, è stata celebrata oggi, nella Tenda della Misericordia, (Sítio Botuquara – San Paolo) la Santa Messa di ringraziamento per l’approvazione definitiva delle Costituzioni e degli Statuti della Famiglia Alleanza di Misericordia.
La celebrazione è stata presieduta dal Vescovo Ausiliare di San Paolo, Don Carlos Garcia, con la speciale presenza dei vescovi Don Carlos Silva – Regione di Brasilândia, e Don Antônio Carlos Altieri – Vescovo emerito di Passo Fundo/RS.
Hanno concelebrato i padri fondatori: Padre Antonello Cadeddu e Padre Enrico Porcu, il presidente P. Custódio, il vicepresidente P. Evandro Torlai, e altri sacerdoti che hanno vissuto con la famiglia Alleanza di Misericordia questo momento speciale.
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l'approvazione definitiva
degli Statuti
DJ Lucas Ninja
DJ Lucas Ninja è nominato per il Trofeo ‘Louvemos o Senhor’ (Trofeo Lodiamo il Signore)
Alleanza di Misericordia è rappresentata nel Trofeo Louvemos o Senhor 2022 (Trofeo Lodiamo il Signore).
Il nostro fratello e missionario di Alleanza, Dj Lucas Ninja, è stato nominato per il Trofeo Lodiamo il Signore 2022, nella categoria ‘Artista di musica elettronica’. Lucas è missionario di Alleanza da 5 anni e si esibisce come DJ cattolico da 11. Dal 2018 si occupa anche di produzione musicale.
Felicità e gratitudine riassumono questo suo momento: “Sono molto felice, una vittoria per tutti coloro che mi accompagnano e aiutano nell’evangelizzazione, principalmente in Alleanza, dove tutto ha avuto inizio. Inoltre è gratificante, è sempre bello questo riconoscimento per l’evangelizzazione”, ci ha detto nell’intervista.
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Mio figlio
è arrivato
per salvarmi la vita
Il mio nome è Renata, ho 34 anni. Ero una tossicodipendente e ho iniziato quando avevo 15 anni. Un tempo vivevo per la strada e ci sono rimasta a lungo in questa situazione, abbandonando persino la mia famiglia.
In questo periodo, ad un certo punto, ho notato che la mia pancia cresceva. Sono andata a fare un test di gravidanza e ho scoperto di essere incinta di 8 mesi, quindi sono andata a fare le cure pre natali.
Quel giorno la dottoressa notò che ero molto alterata, erano tre giorni che non dormivo, ero a corto di liquido amniotico e, di conseguenza, decise di mandarmi in ospedale. Dopo due giorni di ricovero l’assistente sociale mi disse che avrei potuto perdere la custodia del bambino, una volta nato.
Dopo il ricovero sono andata a casa di mia madre e ho passato tre giorni chiusa in una stanza, senza mangiare e vedere nessuno. Allora ho chiesto a Dio la grazia che mio figlio nascesse sano, con la promessa che non mi sarei più drogata, che avrei iniziato a praticare la carità, lavorando per Lui.
Mentre mancava un mese alla nascita di mio figlio soffrivo molto d’astinenza. In quei momenti pregai tanto e Dio non mi fece mancare il suo sostegno, altrimenti senza il suo aiuto sarei sicuramente uscita di casa a per comprare la droga.
Così il 28 novembre è nato mio figlio. Un Bambino bello, perfetto, sano e senza sintomi di astinenza. Si chiama Anthony.
Dopo la sua nascita ho avuto una depressione post parto e non riuscivo ad accettarlo. Era un figlio che ho sempre voluto nella mia vita, ma lo guardavo e non riuscivo ad amarlo.
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è arrivato
per salvarmi la vita
Approvazione definitiva
degli Statuti
Approvazione definitiva degli Statuti – Messaggio del Presidente di Alleanza di Misericordia
L’Esaltazione della Santa Croce è sempre stata una data importante per Alleanza di Misericordia. Ricorda la morte del nostro primo missionario, Nivaldo. Dopo un incontro di evangelizzazione nell’antica FEBEM (carcere minorile), lui e altri due missionari uscirono di notte a cercare, nel centro di San Paolo, un giovane accolto che era fuggito dalla nostra casa.
Rientrati dopo poche ore, questi missionari subirono un incidente stradale e Nivaldo morì in quel momento. Al suo funerale, il giovane che Nivaldo è andato a cercare, è ritornato ed è rimasto vicino alla sua bara, ringraziando quel missionario che ha donato la sua vita per lui, così come Gesù, il Buon Pastore, ha donato la sua vita per noi.
La vita di Nivaldo è sempre stata una testimonianza concreta per tutti i membri di Alleanza su come dobbiamo dare la nostra vita, testimoniando la Misericordia di Dio che vuole raggiungere tutti, specialmente i più poveri e abbandonati.
Quest’anno, per sigillare questa speciale missione che il Signore ci ha affidato e celebrare questa festa con ancor più forza, il Signore ci ha fatto un grande dono!
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degli Statuti
Quando il quadro della Madonna
ha salvato P.Enrico
dall’attacco di un posseduto
“Era il nemico che agiva in lui”, commenta il presbitero
P. Gabriel Vila Verde ha riferito nei social il caso straordinario di un quadro della Santissima Vergine Maria che ha “salvato” un sacerdote dall’attacco di un posseduto.
“Questo quadro che vedete nelle mie mani è un chiaro segno della protezione di Maria Santissima nella vita dei suoi figli. Appartiene alla comunità Alleanza di Misericordia, e ha una storia che fa venire i brividi.
Padre Enrico Porcu, uno dei fontatori di Alleanza di Misericordia, era solito ospitare in casa sua persone che vivevano per strada. Dipendenti, medicanti e persone sofferenti di ogni tipo venivano accolti nella sua piccola casa. Uno di loro, di nome Pedro, soffriva però di un male spirituale. Aveva vissuto in mezzo alle droghe per 18 anni. Quando lui era bambino, sua madre frequentava ambienti occultisti e aveva consacrato il figlio agli ‘exus’, mettendo del sangue di capretto nel biberon. Era cresciuto abituato a bere sangue di animali o persone di strada, e quando non ne trovava si tagliava con una lametta e beveva il proprio sangue. Era il nemico che agiva in lui.
Link articolo completo: https://it.aleteia.org/2021/11/18/quando-il-quadro-della-madonna-ha-salvato-un-sacerdote-dallattacco-di-un-posseduto/
di Padre Gabriel Vila Verde
Fonte: Aleteia
ha salvato P.Enrico
dall’attacco di un posseduto
I Novissimi:
un invito alla conversione
e alla speranza
“Il vero cristiano è sempre pronto a comparire davanti a Dio. Perché in ogni momento – se si sforza di vivere da uomo di Cristo – è pronto a compiere il suo dovere» (San Josemaría Escrivá – Solco, 875).
Hai mai sentito parlare dei Novissimi? I Nuovissimi sono le cose che accadranno alla fine della vita umana, cioè: la morte, il giudizio finale e il destino eterno.
Questo è un tema che la Chiesa cattolica medita da sempre, soprattutto a novembre. Purtroppo, nel mondo moderno è un argomento che è stato dimenticato e messo da parte da molti cristiani.
Questo è successo per due motivi:
La morte non è la fine, la morte è il nostro ricongiungimento con il Padre, come ci dice la Lettera ai Filippesi: « Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno» (Fl 1,21).
Per questo vogliamo invitarti, in questo mese di novembre, a meditare sui Nuovissimi, tema che oggi affrontiamo.
Cosa ci insegna la Chiesa sulla morte e sui Nuovissimi?
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, nei paragrafi 1021 e 1022, afferma:
“La morte pone fine alla vita dell’uomo come tempo aperto all’accoglienza o al rifiuto della grazia divina apparsa in Cristo. […]
Ogni uomo fin dal momento della sua morte riceve nella sua anima immortale la retribuzione eterna, in un giudizio particolare che mette la sua vita in rapporto a Cristo, per cui o passerà attraverso una purificazione, o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo, oppure si dannerà immediatamente per sempre”.
Cioè, alla fine della vita terrena ci si presenta davanti al Signore, ed Egli ci esaminerà. Egli, che ci conosce meglio di noi stessi, osservando la nostra vita, ci giudicherà secondo il nostro amore e qui ci sono tre possibilità:
Purgatorio
Secondo il Catechismo ai paragrafi 1030-1032, coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma non completamente purificati, benché certi della loro salvezza eterna, subiscono dopo la morte una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nel gioia del Cielo.
Il Purgatorio è completamente diverso dall’Inferno. In Purgatorio siamo salvi, nell’Inferno condannati; in Purgatorio siamo temporaneamente privati della presenza di Dio per riparare alle nostre colpe; nell’Inferno siamo per sempre privati del Sommo Bene.
Noi che siamo ancora in vita dobbiamo pregare per le anime del Purgatorio, per alleviare il loro dolore e perché incontrino Dio. Anche indulgenze ed elemosine possono essere offerte per queste anime.
Per le anime dell’Inferno nessuna buona opera o preghiera può aiutarle, perché sono già condannate per sempre.
San Josemaría Escrivá diceva che il Purgatorio è un atto di misericordia di Dio per salvarci e accoglierci alla sua maestosa presenza.
Paradiso
I Santi, amici di Dio, vanno in paradiso per godere delle gioie del Paradiso. Il Catechismo ci spiega:
“Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio e sono perfettamente purificati vanno in paradiso. Vivono in Dio, Lo vedono così com’è. Sono sempre con Cristo. Sono per sempre simili a Dio, godono della sua felicità, della sua bontà, della verità e della bellezza di Dio” (CCC 1023-1026).
Inferno
Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale senza pentirsi scendono subito dopo la morte all’inferno, dove soffrono le pene dell’inferno, “il fuoco eterno”. La principale pena dell’inferno è la separazione eterna da Dio.
Cosa accadrà negli ultimi giorni?
Non sappiamo né il giorno né l’ora, ma sappiamo che Egli verrà. Gesù ha promesso che tornerà e per questo dobbiamo essere pronti, questo è il significato dei Novissimi.
Le Sacre Scritture ci dicono che verrà alla fine dei tempi per giudicare e separare i giusti dai peccatori.
Alla Sua prima discesa sulla terra è venuto come Vittima e Agnello per perdonarci. Nella seconda, verrà come Padre e Giudice per giudicarci.
« Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna». (Gv 5, 28-29)
Sul tema, il Catechismo ci insegna:
“Il messaggio del giudizio finale chiama alla conversione fin tanto che Dio dona agli uomini « il momento favorevole, il giorno della salvezza » (2 Cor 6,2). Ispira il santo timor di Dio. Impegna per la giustizia del regno di Dio. Annunzia la « beata speranza » (Tt 2,13) del ritorno del Signore il quale « verrà per essere glorificato nei suoi santi ed essere riconosciuto mirabile in tutti quelli che avranno creduto » (2 Ts 1,10)” (Catechismo della Chiesa Cattolica 1038-1041).
E dice anche della gioia che dovremmo avere quando pensiamo alla fine, dove Cristo verrà come Re dell’Universo e porterà un Nuovo Cielo e una Nuova Terra, dove non ci sarà più dolore o sofferenza:
“Ignoriamo il tempo in cui avranno fine la terra e l’umanità e non sappiamo in che modo sarà trasformato l’universo. Passa certamente l’aspetto di questo mondo, deformato dal peccato. Sappiamo però dalla Rivelazione che Dio prepara una nuova abitazione e una terra nuova, in cui abita la giustizia, e la cui felicità sazierà sovrabbondantemente tutti i desideri di pace che salgono nel cuore degli uomini.” (Gaudium Et Spes 39).
Quale dovrebbe essere il nostro atteggiamento verso la morte?
Il nostro atteggiamento verso la morte deve essere quello dei cristiani. Certo, soffriamo quando qualcuno che amiamo ci lascia, è perché l’amore ci lascia tristi, ma il nostro atteggiamento deve essere di serenità.
Di fronte alla morte, noi e i nostri cari abbiamo l’inizio di una gioia senza fine, la gioia di tornare alla casa del Padre, di incontrarci con il sommmo Amore. San Josemaría Escrivá, santo dei nostri tempi, diceva:
“Di fronte alla morte, sereno! — Ti voglio così. — Non con lo stoicismo freddo del pagano; ma con il fervore del figlio di Dio, il quale sa che la vita è trasformata, non tolta. — Morire?… Vivere!” (Solco, 876).
“Quando pensi alla morte, nonostante i tuoi peccati, non aver paura… Perché Lui sa già che lo ami…, e di che pasta sei fatto. Se tu lo cerchi, ti accoglierà come il padre accolse il figliol prodigo: ma devi cercarlo!”. (Solco, 880).
Nonostante i nostri peccati e le nostre colpe, Dio ci ama e vuole che siamo salvati, ma noi dobbiamo meditare sui Novissimi con la speranza di una vita nuova, la speranza dell’Eternità.
E così, cerchiamo di fare di questa vita il meglio che possiamo, sapendo che la misericordia di Dio è infinita e sapendo che con la Sua grazia possiamo essere degni di entrare tra coloro che Egli ha chiamato amici.
un invito alla conversione
e alla speranza
Nuovo dipinto dell’Immacolata
dello Spirito Santo
copertina di un libro
Abbiamo già raccontato qui l’inizio della devozione all’Immacolata dello Spirito Santo e la storia del primo dipinto di questa immagine.
“(…) Nella preghiera e nell’estasi di quel momento sentimmo fortemente la presenza di Maria, nostra Madre, e che il Signore ci chiedeva di disegnare un ritratto di Lei come Immacolata dello Spirito Santo, Madre della nostra famiglia Alleanza di Misericordia.
Con semplice obbedienza di bambino al padre, padre Antonello e Maria Paola, attraverso il dono carismatico dello Spirito, guidavano la mano di padre Enrico, che a sua volta disegnava, con una semplice matita su foglio bianco, tutto quello che il Signore metteva nei nostri cuori”.
il libro dell’Immacolata dello Spirito Santo
Dopo tanti anni, su richiesta di alcuni fratelli a padre Enrico, per far conoscere questo titolo e la presenza della Vergine che viene ad annunciare una Nuova Pentecoste di Misericordia sull’umanità, il sacerdote ha recentemente lanciato il libro “Immacolata dello Spirito Santo: alba di un tempo nuovo, medicina per i nostri giorni”.
Su lancio del libro c’è una riflessione importante da fare: l’immagine in copertina. È stata recentemente dipinta da un sacerdote amico di Alleanza, il quale, dopo aver contattato il movimento, avendo visto un disegno dell’Immacolata e conosciuta la storia, si è sentito spinto a donare la sua capacità artistica nel realizzare un nuovo dipinto.
Durante questa fase ha vissuto alcune esperienze importanti tra le quali la riscoperta dell’umiltà del suo dono e il rafforzarsi della propria fede, sentendo forte la presenza della Vergine che lo accompagnava. Padre Edson Ikeda, della Congregazione degli Oblati di San Giuseppe, responsabile del dipinto che è riprodotto sulla copertina del libro, ci ha raccontato la sua testimonianza su quanto accaduto e sull’ispirazione avuta.
Uno strumento artistico nelle mani di Dio
il libro dell’Immacolata dello Spirito Santo
“Il mio primo contatto con Alleanza di Misericordia è avvenuto nel 2015, quando, ancora laureando, sono stato trasferito a San Paolo per proseguire gli studi in Teologia. Dopo la mia ordinazione sacerdotale, rimasi a San Paolo. (…) Qualche tempo dopo fui invitato a Botuquara (località), ad offrire il sacramento della Riconciliazione ai giovani di Alleanza in formazione. È stato un re-incontrarsi con Alleanza di Misericordia, con persone care conosciute al tempo dello studentato in teologia.
È sempre stata una grazia immensa trovarsi in un posto così speciale. E, mentre visitavo una delle case, ho visto l’immagine dell’Immacolata dello Spirito Santo e su di lei ho appreso alcune informazioni circa l’ispirazione avuta dal fondatore, padre Enrico.
E ogni volta che la vedevo, sentivo nel mio cuore il desiderio di dipingerla. Ricevetti una piccola stampa dell’immagine e decisi di dipingerla. Ma il mio cuore non pensava fosse giusto dipingere l’immagine dell’Immacolata senza l’apposita autorizzazione di p. Enrico.
Cercai così il contatto con l’autore dell’ispirazione e da lui ricevetti la sua autorizzazione e il suo incoraggiamento. Iniziai col dipingere la piccola immagine, cercando di catturare le ispirazioni di padre Enrico. Dipingevo e gli mandavo la foto, cosicché ricevetti una guida sui colori, sull’aurora e sull’arcobaleno.
E tra ispirazioni e preghiere, l’immagine si stava delineando. Furono tre le inizialmente immagini dipinte, una piccola tela a figura intera, una tela con solo busto (focalizzata sul viso, il cuore e l’arcobaleno), e infine una tela più grande, di circa 120 x 180 cm.
Fu un’esperienza unica, un misto di sentimenti, un sentirmi indegno di dipingerla. Altre volte, il desiderio di voler vedere l’immagine finita, la sensazione di essere un pittore mediocre, davanti a tanti altri pittori più capaci, più dignitosi, migliori.
Ma qualcosa mi spingeva a continuare a dipingere. E un giorno, tornando a San Paolo, dopo un viaggio nella città di Ourinhos, di fronte all’autostrada del Castelo Branco, si formò un arcobaleno completo nel cielo, rimanendo intero a lungo, e una gioia immensa si impadronì del mio cuore, una gioia che non sapeva da dove venisse.
Durante lo stesso viaggio non fu sufficiente l’aver assistito a uno spettacolo del genere, perché, in un altro tratto di strada, si formò un altro arcobaleno davanti ai miei occhi, e questa volta, un doppio arcobaleno, nuovamente intero e intenso. E l’immagine che mi venne all’istante fu l’Immacolata.
L’Immacolata che mi accompagnava fisicamente e mi accompagnava spiritualmente. E la voglia di dipingere e finire l’opera crebbe, come fosse un’urgenza. Ebbi la grazia di avere un’illustre visita a casa mia di padre Enrico, dove stavo dipingendo la terza immagine. Un momento di grande gioia.
L’impegno a portare a termine l’opera affliggeva il mio cuore, nel momento in cui ricevetti la notizia che dovevo lasciare San Paolo, per andare in missione nel Maranhão. Il mio cuore chiedeva con urgenza di finire l’opera, che non mi apparteneva, ma che mi faceva strumento per realizzarla.
E così feci. Nella mia ultima visita a Botuquara, prima della mia partenza per la missione, un’ultima pennellata, un ultimo ritocco, lì, nella sede di Alleanza di Misericordia, nel cuore dell’Opera.
Imperfetto come sono, ma con la grazia di Dio che supera le nostre debolezze, con l’amore di Colei che mi sedusse dal primo momento in cui conobbi la sua immagine, dello Spirito Santo, che fissò nel mio cuore il desiderio di dipingerla, confermando che Dio non sceglie i capaci, ma rende capaci gli eletti.
Così consegno quest’opera, questo quadro semplice, senza pretese, opera che non mi appartiene, ma che appartiene a chiunque si lascia toccare dalla Divina Misericordia. Non ci sono parole umane che possano esprimere il sentimento di gratitudine per tutti coloro che ho conosciuto in Alleanza di Misericordia e per avermi permesso di essere parte delle vostre vite, una parte miserabile, ma ricca di Misericordia Divina”.
I nostri ringraziamenti
Alleanza di Misericordia loda Dio per il dono ricevuto per mano di padre Edson, e ringrazia questo umile sacerdote, che con il suo SI si mette al servizio del Regno in tanti modi.
dello Spirito Santo
copertina di un libro
Meditazioni sull’Eucarestia
PRIMA MEDITAZIONE
Corpus Domini | Gli effetti dell’Eucaristia su di noi
«Questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia» (Gv 6,50).
1° L’Eucaristia ci preserva dai peccati futuri:
Il peccato è la morte spirituale dell’anima. Pertanto, se è preservato dal peccato futuro, è preservato anche dalla morte futura.
Il sacramento dell’Eucaristia ci preserva dal peccato e dalla morte eterna.
Per il fatto che siamo uniti a Cristo per grazia e questa fa crescere la vita spirituale dell’uomo come alimento e rimedio spirituale.
L’Eucaristia è un segno della Passione di Cristo, per la quale furono vinti i demoni.
Molti che si accostano degnamente a questo sacramento possono cadere poi in peccato e il motivo è che l’uomo nello stato di viandante si trova in una condizione tale che per il suo libero arbitrio può piegarsi liberamente al bene e al male. Pertanto, sebbene questo sacramento abbia in sé una virtù preservatrice dal peccato, non toglie però all’uomo la possibilità di peccare.
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Solennità del Corpus Domini
e Adorazione Eucaristica
nell’Alleanza
La Chiesa cattolica ha sempre avuto uno zelo particolare per l’Eucaristia, riconoscendo in questo Sacramento la presenza di Gesù stesso, vivo e operante tra i cristiani.
Fu però solo nel 1264 che la Solennità in onore del Corpo di Cristo fu ufficializzata da Papa Urbano IV, il giovedì successivo alla festa della Santissima Trinità, dopo alcuni fatti notevoli.
Il primo fatto è stato quello di Santa Giuliana, una suora agostiniana del convento di Mont Cornillon, a Liegi, in Belgio. Fin da giovanissima ebbe una grande venerazione per il Santissimo Sacramento. Ciò si intensificò con le visioni della luna con una macchia scura, intesa come assenza di una festa liturgica dove i fedeli potessero adorare l’Eucaristia per accrescere la loro fede, prosperare nella pratica delle virtù e riparare le offese al Santissimo Sacramento.
Dopo 20 anni, la mistica, allora priora del convento, affidò le immagini viste al Vescovo di Liegi, Monsignor Alberto Thourotte, che con il tempo stabilì nella sua diocesi nel 1246, nella parrocchia di Sainte Martin, la festa del Corpus Domini. In futuro, la festa è stata seguita da diversi vescovi della regione. Inoltre, confidò le visioni anche al canonico Giacomo Pantaleone di Troyes, che anni dopo divenne papa Urbano IV.
Il secondo fatto è dovuto al miracolo eucaristico di Bolsena. Secondo la tradizione il sacerdote tedesco Pietro da Praga*, si recò al santuario di Bolsena, sulla tomba di Santa Cristina, per sentirsi fortificato nelle verità di fede, fra tutte la presenza reale di Cristo nell’eucaristia. Chiese alla Santa di intercedere presso Dio per donargli la forza, la certezza nella fede che l’avevano distinta nella prova estrema del martirio. Mentre stava celebrando, al momento della consacrazione, di nuovo venne assalito dai dubbi, e fu in quell’istante che l’ostia gli apparve arrossata di sangue e che cominciò a scorrere giù per le sue mani, sul corporale e sull’altare, copiosamente stillava bagnando il corporale.
Così Padre Pietro interruppe la messa e si recò a Orvieto, dove temporaneamente soggiornava con la sua corte Papa Urbano IV, ottenendo da lui il perdono e l’assoluzione. Il sommo pontefice inviò subito a Bolsena, Giacomo, vescovo di Orvieto, accompagnato, secondo la leggenda, dai teologi Tommaso d’Aquino e Bonaventura da Bagnoregio, per verificare il fatto e portare fino a lui le reliquie. Genuflesso, Urbano IV ricevette l’ostia e i lini intrisi di sangue, e li recò, tra la commozione e l’esultanza di tutti, nella cattedrale orvietana di Santa Maria.
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e Adorazione Eucaristica
nell'Alleanza
L’immagine dell’Immacolata
dello Spirito Santo
Alla vigilia della solennità di Pentecoste, celebriamo il giorno dell’Immacolata dello Spirito Santo. Scopri di più nel testo che segue sulla storia di questa devozione, tanto cara ai membri di Alleanza di Misericordia.
“Come un bambino, seduto sulle ginocchia del Padre, abbandona le mani nelle Sue Mani. Lascia che Ti conduca e disegni, muovendo la matita che è nella tua mano di bambino, su un foglio bianco il Suo progetto nella vostra vita e la sua missione nel mondo…”
Abbandonati come pennelli nella mano dell’artista
Mentre i primi compagni e fratelli intercedevano in Adorazione, il 21 dicembre 1999, attraverso Maria Paola, il Signore parlò con queste parole ai nostri cuori assetati e ben disposti, desiderosi di comprendere il Suo progetto nelle nostre vite.
Abbiamo capito che il Signore ci voleva semplici come bambini (cfr Sl 130) e che quest’opera scaturiva dal Cuore Misericordioso del Padre del cielo, il quale ci chiedeva abbandono, docilità (come la matita in mano al bambino), umiltà, disponibilità piena e silenziosa (come il foglio bianco), l’ascolto di Lui (della sua Parola), lasciandoci dirigere e guidare dalla Sua mano che muoveva la nostra.
Nella preghiera e nell’estasi di quel momento sentimmo fortemente la presenza di Maria, nostra Madre, e che il Signore ci chiedeva di disegnare un ritratto di Lei come Immacolata dello Spirito Santo, Madre della nostra famiglia Alleanza di Misericordia.
Con semplice obbedienza di bambino al padre, padre Antonello e Maria Paola, attraverso il dono carismatico dello Spirito, guidavano la mano di padre Enrico, che a sua volta disegnava, con una semplice matita su foglio bianco, tutto quello che il Signore metteva nei nostri cuori.
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dello Spirito Santo